L’Università di Pavia è una istituzione ricca di storia e prestigio, fatto che ci deve riempire di orgoglio ma anche caricare di responsabilità nell’affrontare il presente e nel proiettarci verso il futuro. Credo infatti che il nostro Ateneo debba porsi come centro di formazione, ricerca e cultura di altissimo livello, a cui le giovani generazioni possano affidarsi con convinzione per trovare quella formazione di qualità elevata che permetterà loro di crescere e realizzarsi appieno a livello professionale e personale. L’obiettivo è che la decisione di studiare presso il nostro Ateneo diventi sempre più una scelta convinta e consapevole di aver optato per un percorso culturalmente e qualitativamente elevato, anche in virtù dell’eccezionale sistema che la realtà pavese può fornire in termini di opportunità (città, dimensioni, posizione, territorio, presenza di tre IRCCS, dello IUSS e di svariati centri di ricerca e cultura), a partire dall’unicità dei nostri collegi (vere e proprie comunità e non semplici studentati), capaci di offrire tanto anche a chi in collegio non risiede.
Come già anticipato, per realizzare un obiettivo tanto importante e ambizioso si deve partire dal nostro ricco capitale umano, perché sono sempre le persone, con le loro qualità e competenze, a fare la differenza. Per permettere questo, però, bisogna fare tutto il possibile per garantire a tutti i membri della comunità accademica, indipendentemente dal ruolo ricoperto da ciascuno, le condizioni migliori per fornire proattivamente il proprio contributo, perché le motivazioni e il senso di appartenenza sono elementi fondamentali che non possono essere dati per scontati. La passione e l’impegno sono infatti, anche più del talento, il motore primario verso qualunque obiettivo e vanno, oltre che opportunamente riconosciuti, coltivati e alimentati continuamente.
Credo che questo debba essere alla base del piano di sviluppo del nostro Ateneo, insieme a una visione concreta pronta a identificare le criticità che inevitabilmente il delicato momento storico che stiamo iniziando ad affrontare ci riserverà, ma sempre in grado di proporre soluzioni cogliendo con entusiasmo e spirito proattivo le opportunità che si presenteranno. A tal proposito, sottolineo come, ben conscio delle difficoltà finanziarie che verosimilmente ci troveremo a fronteggiare nei prossimi anni, ho voluto proporre nel seguito priorità di intervento e soluzioni sostenibili, senza abbandonarmi a promesse difficilmente realizzabili. I nostri sforzi dovranno comunque essere rivolti al reperimento di nuove risorse e fonti di finanziamento a livello nazionale e internazionale, capacità che non è mai mancata durante tutta la mia carriera a servizio della nostra istituzione.
Anche in quest’ottica, sarà essenziale difendere e migliorare il posizionamento dell’Università di Pavia a livello regionale, nazionale e internazionale. Non possiamo limitarci a considerare la realtà locale, ma dobbiamo aprirci e guardare con serenità e fiducia alle sfide che ci attendono a tutti i livelli. In questo sarà fondamentale il ruolo che il Rettore e la Governance sapranno giocare come rappresentanti del nostro Ateneo su tutti i tavoli di rilievo di cui faranno parte, cercando di valorizzare al meglio i tanti ottimi risultati già ottenuti e quelli ancora migliori che sperabilmente otterremo.
Infine, a maggior ragione dato il momento che stiamo vivendo, tengo a concludere richiamando il primo comma del secondo articolo del nostro Statuto (relativo ai principi ispiratori), perché l’indipendenza dell’Ateneo dalla politica e da qualunque altra influenza o pressione esterna va sempre affermata e difesa con forza. Come insegnato dalla nostra storia, infatti, la libertà di pensiero, di ricerca e di insegnamento sono valori fondanti e non negoziabili.