Senza entrare nel merito delle perplessità che personalmente nutro sui vari sistemi di ranking accademici, va riconosciuto il fatto che si tratta di graduatorie che possono avere un forte impatto sull’Ateneo non solo a livello di immagine, ma anche in termini di immatricolazioni.
Per questo motivo mi sono impegnato, ben coadiuvato dal Servizio Qualità e Gestione della Domanda, a studiare i meccanismi che ci penalizzavano ottenendo, laddove fosse possibile, un graduale miglioramento nei principali ranking accademici, lavorando principalmente su una migliore organizzazione e presentazione dei dati che ci riguardano. Il risultato raggiunto è stato davvero notevole in termini di rapporto costi/benefici (per esempio, nel World University Ranking di QS siamo passati negli ultimi quattro anni dalla fascia 601-650 alla attuale 440esima posizione mondiale, mentre, nello stesso periodo, in quello di THE siamo passati dalla fascia 401-500 all’attuale 301-350, tutto ciò nonostante il significativo aumento del numero di atenei valutati). Il consolidamento e il miglioramento di questi risultati devono necessariamente passare per ulteriori investimenti.