Relazioni Internazionali

Nel contesto nazionale attuale e con la prospettiva di un futuro calo di immatricolazioni, un incremento delle attività delle relazioni internazionali diventa quanto mai imprescindibile. Ciò passa in primis per l’ottimizzazione delle attività in essere.

In particolare, il primo punto da cui partire è il potenziamento delle mobilità UE di studenti, docenti, PTA e CEL, collegando le attività di ricerca e didattica. Questo – dal lato del docente – aumenta le possibilità di interazioni e scambi, mentre – dal lato dello studente – risolverebbe anche il bilanciamento tra Erasmus+ Studio ed Erasmus+ Traineeship, collegando attività di studio ad attività progettuali (come i progetti di tesi). In questo senso va migliorata l’integrazione con l’area didattica al fine di potenziare l’offerta non solo in termini di paesi ma anche in termini di offerta formativa “tailor-made”, con una forte guida nelle proposte da parte dell’Ateneo, con ricadute positive sull’offerta sia per i nostri studenti in uscita, sia per gli studenti in mobilità presso la nostra Università. ⁠Per PTA e CEL le attività vanno collegate a progetti strategici di attivazione di doppi titoli e lauree congiunte. Il principio del valore culturale e formativo della mobilità internazionale a tutti i livelli, sia in ingresso sia in uscita, deve essere sempre riconosciuto.

⁠Per paesi come quelli africani e altri paesi extra UE sono necessarie progettualità definite che consentano di ottenere i finanziamenti necessari, per esempio, per l’Erasmus+ International Credit Mobility.  Queste possono essere attività generate da sinergie di ricerca e insegnamento congiunte già in essere. ⁠Una attenzione speciale verrà dedicata al tema chiave della cooperazione allo sviluppo, anche con la partecipazione a progetti di rilievo nazionale, come per esempio si potrebbe fare con il “Piano Mattei”. Per Stati Uniti, Canada e America Latina occorrono pochi “target” ben definiti sulla base delle analisi delle esigenze didattiche, di ricerca e di mercato (come, per esempio, il progetto su infermieristica per l’America Latina).

Per ottenere risultati concreti sarà inoltre fondamentale ⁠potenziare le “partnership” e le alleanze strategiche già esistenti in cui giochiamo un ruolo chiave (in primo luogo EC2U o il Gruppo di Coimbra) e ravvivare quelle in cui partecipiamo al momento in modo non sufficientemente attivo e che quindi non sfruttiamo appieno.

Sarà anche necessario lavorare in stretta sinergia con il territorio (Comune, Provincia, Regione, ATS, Questura, Agenzia delle Entrate) per l’implementazione di accordi di programma comuni al fine di semplificare e snellire le procedure amministrative relative all’internazionalizzazione.

Un passaggio chiave riguarderà le attività di promozione e branding all’estero, che vanno rilanciate anche mediante analisi di mercato e di studi sui principali trend ed evoluzioni dei sistemi di istruzione superiore. Per questo vannosviluppati e gestiti con attenzione i rapporti con le rappresentanze diplomatiche e le scuole italiane all’estero.

Infine, andranno investite risorse nel rendere il nostro Ateneo sempre più immediatamente fruibile per gli studenti e i visitatori internazionali, fornendo tutti i servizi e le informazioni anche in lingua inglese.